IL REIKI IN OSPEDALE
“La scienza è un importante strumento di conoscenza. L’errore è pensare che sia il solo.” – Tiziano Terzani
SPERIMENTAZIONE DEL REIKI
Gli studi scientifici sul Reiki per attestarne gli effetti e i dati sulla sua sperimentazione negli ospedali di tutto il mondo sono abbondanti ed in continuo aggiornamento. In Italia la sperimentazione del Reiki in ambienti sanitari con rigorose metodologie d’indagine è iniziata negli anni ’80, grazie a reikisti pionieri tra il personale medico e sanitario che hanno promosso la ricerca. Oggi, sono numerosi gli Ospedali italiani che a seguito di risultati sorprendenti ed incoraggianti hanno introdotto il reiki nei reparti come terapia complementare per sostenere sia l’umore dei pazienti ospedalizzati sia perché incide notevolmente sulla percezione del dolore e contiene lo stress.
Su Internet potete trovare i risultati dei test clinici così come delle ricerche formulate presso varie università: non stupisce che oltreoceano, dove si investe nella ricerca, quasi ogni ateneo abbia al suo attivo almeno uno studio sulle bioscienze, sulla bioenergia, sul Reiki o su quello che viene comunemente definito il therapeutic touch, tocco terapeutico. All’estero (in Svizzera, in Germania, in Francia, in Spagna ma anche negli USA, per fare qualche esempio) da anni è possibile accedere a trattamenti Reiki e alla medicina alternativa tramite i consultori e numerose assicurazioni private ne rimborsano le spese; il reikista è riconosciuto come un professionista alla pari di un operatore che pratichi fisioterapia ad infrarossi, ad esempio. Scalpore ha destato la foto di un gruppo di medici e infermieri dell’Ospedale Universitario Reina Sofia di Cordoba, in Spagna, che è solito precedere gli interventi facendo Reiki e creando un cerchio di guarigione per il massimo bene del paziente.
Ricordo ancora una volta che la medicina naturale non si oppone in alcun modo alla medicina ufficiale tuttora insostituibile ma si propone di completarne gli effetti sostenendo il fisico e la psiche nel corso della terapia farmacologica, per portare l’individuo ad uno stato di benessere diffuso e duraturo. Con questa visione d’insieme va considerata la sperimentazione del Reiki negli ospedali, di supporto e non di sostituzione alla terapia ufficiale. Vien da sé che i brillanti risultati ottenuti anche in Italia nelle recenti sperimentazioni dimostrano come un recupero più veloce dei pazienti sottoposti a trattamenti Reiki porti a una riduzione della degenza e ad una progressiva minor assunzione di farmaci e necessità di cure.
Nella maggioranza dei centri di sperimentazione sono stati riscontrati i primi miglioramenti già con (solo) quattro trattamenti di Reiki!
Chi fosse interessato potrà trovare in rete, spesso in inglese, informazioni sulla sperimentazione rivolta a pazienti affetti da emicrania, ustioni, malattie di origine psicosomatiche (es. psoriasi) pazienti chemioterapici, neonatologia, nella terapia del dolore e nella cura dei disagi psicologici ed emotivi come depressione e attacchi di panico.
Segue un elenco, non esaustivo e a titolo di esempio, di ospedali o centri specializzati coinvolti nella sperimentazione del Reiki:
– Per l’emicrania: l’Azienda Ospedaliera ‘Ospedale San Carlo Borromeo’ di Milano, il Centro Ambulatoriale di Medicina Psicosomatica e il Dipartimento di Scienze Medico Chirurgiche ‘San Donato’ dell’Università degli Studi di Milano;
– Per la terapia del dolore oncologico: l’Ospedale Pio Albergo Trivulzio di Milano; l’Azienda Ospedaliera Universitaria Molinette S. Giovanni Battista di Torino; il Centro Oncologico Ematologico Subalpino (COES) di Torino; l’Ospedale Cardinal Massaia di Asti; l’Ospedale Regina Elena di Roma, l’Ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù, l’Istituto Oncologico Fondazione Pascale di Napoli.
– Per l’ansia: il Centro Oncologico Ematologico Subalpino (COES) di Torino;
– Per patologie fonoarticolatorie, respiratorie e oncologiche: Dipartimento di Fisiopatologia respiratoria dell’Azienda Sanitaria Locale Bari 4 a Bari.
– Per la neonatologia infantile: Clinica Universitaria Sant’Anna di Torino;
– Per il recupero delle tossicodipedenze e dell’alcolismo: Ser.T, ULSS 6 di Vicenza.
SPERIMENTAZIONE SULL’EMICRANIA – Case History
I risultati della sperimentazione su pazienti affetti da emicrania patologica e invalidante sono estremamente significativi. Desidero illustrarli poiché a questo riguardo ho direttamente beneficiato del Reiki come terapia analgesica nell’emicrania ormonale ed ho visto con i miei occhi la costante regressione dell’insorgenza delle crisi emicraniche, come frequenza, intensità e diminuzione di farmaci analgesici, in una persona affetta da grave emicrania invalidante, in cura senza successo da oltre quindici anni presso vari ambulatori specializzati.
I dati, diffusi nel 2004, sono relativi alla sperimentazione patrocinata dall’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano su 38 pazienti tra i 18 e 50 anni affetti da emicrania accertata da almeno 12 mesi, secondo i criteri della International Headache Society, e con almeno 3 attacchi al mese. I partecipanti lamentavano una media mensile di 10 attacchi, con dolore intenso e invalidante per il 35%, moderato per il 65%. I soggetti hanno ricevuto un trattamento Reiki completo settimanale per 8 settimane, ripetuto per 3 cicli di terapia, con risultati monitoriati alla fine di ciascun ciclo.
fotografia della testa di pazienti affetti da emicrania con visione a infrarossi
fotografia della testa di pazienti affetti da emicrania con visione a infrarossi
mani di un paziente affetto da sclerosi multipla
Il Reiki ha prodotto uno stato di rilassamento valutabile come “medio/profondo” ed uno stato di “benessere/grande benessere” ad ogni seduta nell’85-90% dei casi. Il gradimento del trattamento come terapia complementare è risultato molto alto (pari a 9,4 con parametri compresi tra 0 e 10). Validità dimostrata come tecnica di rilassamento, come analgesico naturale per chi soffre di emicrania ribelle alle terapie farmacologiche, in grado di ridurre del 50% la frequenza di attacchi di emicrania, la loro intensità, la durata e la desolazione /depressione che accompagnano la malattia. Sensibile, per oltre 85%, la diminuzione delle giornate lavorative perse ed il ricorso a visite mediche per tutto il trattamento, con vantaggi sui costi sociali della malattia e sulla vita dei pazienti, benefici che perdurano per almeno 6 mesi dalla conclusione di un ciclo di 8 trattamenti settimanali. Grazie ai risultati raggiunti, fino al 2014 è stato possibile ricevere trattamenti Reiki convenzionati con il S.S.N. presso l’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano, non più prorogati a causa dei tagli effettuati dalla Regione Lombardia. I trattamenti erano effettuati presso il Centro di Medicina Psicosomatica,
Anche l’OMS, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha recentemente espresso interesse per le terapie complementari auspicando un dialogo tra la medicina ufficiale e quella naturale, il cui seguito numericamente non può essere più ignorato. In questo confidiamo, certi del fatto che la migliore medicina per lo scetticismo siano l’inconfutabilità di un dato scientifico e soprattutto la sperimentazione diretta su sé stessi.